---------------------------------------------------
Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina
---------------------------------------------------
Se tu mi lasciassi
(ogni tanto c'ho pensato)
soffrirei.
Come si soffre per i sogni svaniti.
Come si soffre per le sconfitte più dolorose.
Se tu mi lasciassi
penserei che la mia vita è finita.
(così come la pensavo)
E mi domanderei a lungo dove ho sbagliato.
Se tu mi lasciassi
(tutto può succedere, no?)
raccoglierei i cocci.
Prenderei i miei sogni
e me ne andrei lontano.
Se tu mi lasciassi
inizierei una nuova vita
da qualche parte.
Perché c'è sempre tempo per ricominciare.
E c'è sempre un posto nuovo da scoprire.
Ogni domenica notte ricevo un'email tipo questa:
Con passione e dedizione qualcuno mi comunica quante persone hanno visitato questo blog nella settimana che si è appena conclusa.
La cosa di per sé non sarebbe nemmeno tanto strana se non fosse che non scrivo un post da marzo.
E quindi io mi domando: siete internauti sfortunati, che venite reindirizzati su questo blog da qualche motore di ricerca dispettoso mentre siete nel bel mezzo di qualche vostra ricerca metafisica, o siete lettori affezionati-ottimisti-annoiati-metodici che ancora cliccate su quel collegamento che vi siete salvati da qualche parte tanto tempo fa?
In ogni caso, mi sento lusingato al limite della commozione di questa vostra fiducia e vi dedico questo post. A voi, lettori sopravvissuti.
Con affetto,
Daniele
PS
Mi spieghereste per cortesia perché di lunedì e domenica non passa nessuno mentre giovedì e venerdì c'è il pienone (ben due visite al giorno)? se siete timidi vanno bene anche messaggi privati...
"Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a darmi consigli, non fai ciò che ti chiedo. Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a dirmi perché... Non dovrei sentirmi in quel modo; calpesti le mie sensazioni. Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu pensi di dover fare qualcosa per risolvere i miei problemi, mi deludi. Strano come può parere. Forse per questo la preghiera funziona, per molti. Perché Dio è muto, non dà consigli, né prova ad aggiustare le cose. Semplicemente, ascolta e confida che tu risolva da solo. Quindi ti prego, ascolta e sentimi. E se desideri parlare, aspetta qualche istante il tuo turno e ti prometto che ascolterò."
L.B.
Si dice che da lontano sia più facile giudicare.
Siccome in ogni luogo comune un fondo di verità secondo me c'è, mi viene da credere che questo 2011 sia davvero stato così modesto come appare guardandolo da quaggiù, dal fondo del Vietnam. Un anno senza sussulti particolari e quindi modesto, che si chiude con una bella avventura e qualche sana inquietudine che ritorna.
Qui in Vietnam il capodanno si festeggia appena, ma quando ho chiesto come si diceva buon anno mi hanno detto pressapoco Chúc Mừng Nǎm Mới.
Allora Chúc Mừng Nǎm Mới ...
Phnom Penh è la metropoli senza semafori dove il traffico si regola con la buona volontà.
Siamo ormai oltre la metà del cammino fra Bangkok e Saigon e stiamo quasi per lasciare la Cambogia, dopo Siem Reap - la cittá dei templi e del natale in costume - e Battambang - secondo la guida la quarta destinazione turistica della Cambogia, secondo noi una piccola cittadina polverosa dove non c'è niente da fare e le mine scoppiano ancora nelle campagne (ed infatti Gino Strada c'ha fondato un ospedale).
Di questo paese ci ricorderemo soprattutto la gente. E' sorprendente come tutti ci sorridano e ci salutino, monaci, contadini, venditori ambulanti, mentre i bambini scorrazzano ovunque. Chissà qual'è il segreto della Cambogia, che ha attraversato tutte le tragedie umane in soli cinquant'anni e ancora sorride e sembra non pensare al passato (chiedere all'ONU o vedere qui per i dettagli).
Insomma, come ci aveva predetto la nostra amica e guida Manuela, i cambogiani sono un popolo sorridente di cui ci si innamora velocemente e dei quali già possiamo sentire la nostalgia.
Prossima tappa: un villaggio vietnamita nel delta del Mekong. Quale posto migliore per festeggiare capodanno?
Siamo stati 3 giorni e mezzo a Bangkok e già ci volevano fare cittadini onorari.
Il primo primo giorno è servito a imparare a attraversare la strada, il secondo a saltare sui battelli mentre attraccano, il terzo a riconoscere una bancarella di Rolex falsi da un locale di ping pong (alias pussy pong). Il quarto giorno, avendo già appreso tutto ci siamo riposati in piscina con un cocco fresco in mano ed una palma sulla testa.
A questo punto abbiamo pensato di esser pronti per 10 ore di autobus fino in Cambogia.