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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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venerdì 30 dicembre 2011

Phnom Penh

Phnom Penh è la metropoli senza semafori dove il traffico si regola con la buona volontà.

Siamo ormai oltre la metà del cammino fra Bangkok e Saigon e stiamo quasi per lasciare la Cambogia, dopo Siem Reap - la cittá dei templi e del natale in costume - e Battambang - secondo la guida la quarta destinazione turistica della Cambogia, secondo noi una piccola cittadina polverosa dove non c'è niente da fare e le mine scoppiano ancora nelle campagne (ed infatti Gino Strada c'ha fondato un ospedale).

Di questo paese ci ricorderemo soprattutto la gente. E' sorprendente come tutti ci sorridano e ci salutino, monaci, contadini, venditori ambulanti, mentre i bambini scorrazzano ovunque. Chissà qual'è il segreto della Cambogia, che ha attraversato tutte le tragedie umane in soli cinquant'anni e ancora sorride e sembra non pensare al passato (chiedere all'ONU o vedere qui per i dettagli).

Insomma, come ci aveva predetto la nostra amica e guida Manuela, i cambogiani sono un popolo sorridente di cui ci si innamora velocemente e dei quali già possiamo sentire la nostalgia.

Prossima tappa: un villaggio vietnamita nel delta del Mekong. Quale posto migliore per festeggiare capodanno?

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