[Chi pensa che oggi noi siamo diventati i sedentari (dunque titolari di un escludente ius loci) e solo loro siano i nomadi, non sa vedere che i bastimenti partono ancora. Si c
hiamano magari treni ad alta velocità. Non solo la precarietà del lavoro, ma anche la facilità dei collegamenti mascherano da pendolarismo la nuova emigrazione interna, che oggi è meglio chiamare "mobilità senza sradicamento": chi negli anni Sessanta era obbligato a cambiar casa per inseguire un salario, oggi può tenere separati (ma uniti da poche ore di viaggio) residenza e lavoro, e così non finisce nelle statistiche migratorie. In cerca di habitat migliori o più economici emigriamo negli hinterland, a caccia di una carriera piantiamo la tenda in una città dopo l´altra. Mentre le partenze dei nostri figli laureati per lunghi master all´estero, che magari diventano lavoro, sono meno strazianti di certi episodi del libro Cuore, ma numericamente non indifferenti. Insomma, ci muoviamo tutti. "Siamo tutti migranti"...]
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Michele Smargiassi, Siamo tutti emigranti. La Repubblica, 28/9/2009
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