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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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domenica 30 marzo 2008

sabato 29 marzo 2008

Web 2.0 ? e così sia ..

Sabato mattina (brutto tempo qui a Houston, ad essere sinceri), volevo navigare solo quel tanto che bastava per capire che compagnia scegliere per il telefono cellulare americano, che sta diventando sempre più necessario, ed improvvisamente mi accorgo di aver passato un'intera ora saltellando fra i blog degli italiani-in-america (lo scrivo così perchè sembri un'etnia a parte.. e forse lo è..).

La prima reazione è : "cavolo, ma sarà possbile!! dopo una settimana passata davanti ad uno schermo in ufficio, continuare anche il sabato mattina è proprio da masochisti !!". Ed è vero, son d'accordo con me.
Poi però penso anche che è stato emozionante condividere una parte della vita di queste persone sconosciute, con cui mi unisce l'esperienza che sto vivendo. E' un'affinità forte, anche se a distanza.

Una volta lessi che si chiama web 2.0 e viene spacciata come la seconda generazione di internet, quella in cui gli utenti usano la rete per creare e condividere; e lo spazio virtuale si popola di esperienze vere.

(ho trovato pure questa bella foto su: http://www.desmm.com/siti-web-20-in-classifica-408.html)



giovedì 27 marzo 2008

Prime impressioni






Stasera ho deciso di uscire a piedi

Stasera ho deciso di uscire a piedi per andare a cena, perchè mi sentivo rivoluzionario.
Camminando per le strade immense di Houston, fra i potenti SUV che rombano e gli alti palazzi sopra la testa, ci si sente piccoli piccoli ed un pò intimoriti. C'è una strana sensazione di disagio che ci accompagna ed anche se si tarda un pò, alla fine si capisce perchè: nello spazio di quattro, cinque isolati è assai improbabile imbattersi in altri pedoni. Solo auto.


La città come un grande spazio di passaggio, non da abitare. Uno spazio vuoto.

Un collega nei giorni scorsi aveva provato a spiegarmelo, ma non l'avevo preso troppo sul serio: qui nessuno va a piedi, al meno di non potersi permettere un'auto o essere armati "this is Texas man!" - mi diceva ...

lunedì 24 marzo 2008

Geografia


Domenica. Anche oggi ho proseguito il vagabondaggio per la città, costruendo poco a poco la mia personale geografia.


Ci sono cose che ho già imparato fare parte della cultura locale, delle piccole regole d'oro. Per esempio:

- Ogni isolato ha il suo Starbucks, anche se piccolo e triste c'è, basta cercarlo.

- Perferia è buono, centro città è cattivo. Perferia è buono, centro città è cattivo. Me lo devo ripetere bene per convincermi, ma per quanto sia duro da accettare qui è così. Agli americani piace vivere nelle periferie residenziali e così centro città è finito per diventare sinonimo di zona ad alta criminalità.

- Gli americani odiano far manovra, per cui nelle vicinanze ci sarà sempre uno spiazzo abbastanza grande per evitarle.

- Una strada grande, è grande sul serio.

domenica 23 marzo 2008

Emozioni

L'emozione di stare per uscire e sapere che la fuori ci sono una città ed un paese nuovi, tutti da scoprire, è un'emozione indescrivibile.

E' sabato pomeriggio, ho passato la lunga mattinata (il mio fisico non ha ancora cambiato orario e così continuo a svegliarmi presto anche nel fine settimana) riposandomi: ho letto, guardato la TV, fatto una lunga colazione. Poi ho acceso il computer ed ho iniziato la ricerca della casa, mettendo ordine fra le priorità: piscina (eh si..), vicinanza al lavoro, ammobiliata. Quando ad un certo punto era l'ora di uscire ho inizato ad emozionarmi: un pomeriggio libero, una città tutta da scoprire, sole primaverile, macchina con tettino apribile ed autoradio. Cos'altro serve ?

Oggi posso fare quello che mi piace di più: vagare senza meta ne tempo, facendomi distrarre dai dettagli che attirano la mia attenzione (e ce ne sono tanti). Svoltare dove mi va, fermarmi, tornare indietro quando voglio. Libertà.

Quando inizio a sentirmi in imbarazzo, finisco per chiedermi "..e chi se ne frega?", "..cos'ho da perdere?". Torno a vivere un'esperienza così totalizzante, con una maturità completamente diversa.

venerdì 21 marzo 2008

I dettagli

La cosa più sorprendente di questi primi giorni sono i dettagli. Ci sono dettagli ovunque ed io ho il tempo e la curiosità per notarli tutti.

I gabinetti esibiscono fieramente la scritta "American standard 1 gpf ", che poi significa che usiamo un gallone (3,8 litri) di acqua ogni volta che tiriamo la catena: lo scriveranno per farci sentire in colpa ?L'hotel si basa solo su stoviglie di plastica, in bicchieri ed i piatti sono in materiale termoresistente, molto più spessi di quelli a cui siamo abituati noi. Stamani mi sono accorto che non viene fatta alcuna raccolta differenziata: ci sono solo due grossi bidoni uguali a ingurgitare tutto, uno grigio e blu, un altro grigio e rosso.
Come se fosse quantizzato, ogni alimento arriva in confezioni di misura standard. Se vuoi un pò di latte, puoi averne un cartone da mezza pinta, 236 ml. Se ci volevi solo macchiare il caffè, il resto lo butti. Facile, no?

Welcome, Daniele


Giorno primo, il giorno più lungo, è passato velocissimo. Sono le 20:30 locali (2:30 ora italiana) e prima di andare a letto una breve carrelata visiva..

Il benvenuto è stato dei migliori:

Poi aeroporto-hotel su quelle strade a 7 corsie che fanno tanto film americano.
Infine l'hotel, il classico Hampton Inn con la moquette anni 80 che ovunque-vai-è-sempre-uguale e ti fa sentire un pò a casa.

Alle 18:15 mi passa a prendere Kristin per andare a cena con altri GE people.

Ristorante: Gran Lux Caffè (imitazione posticcia dello stile ottocentesco viennese)
Menù: The max burger (cheeseburger con funghi e pancetta accompagnato da patate fritte e cipolla).

Domani party di compleanno di un certo Paul (altro collega che avevo già incontrato lo scorso anno ma non riesco a ricordare)
Non c'è che dire, cominciamo bene ..

sabato 15 marzo 2008

Giovedì è un buon giorno per partire..

Anche se sembrava non arrivare mai il momento, ieri ho finalmente rotto gli indugi ed ho comprato il biglietto ..

Giovedì 20 Marzo 2008, ore 15:25, sarò a Houston

E venne chiamata due cuori

"In base alla filosofia di questa tribù, la vita ed il processo del vivere sono in continua evoluzione. Parlano infatti di tempo vivo e non-vivo. Una persona è non-viva quando è adirata, triste, quando è addolorata per se stessa oppure ha paura. Non basta respirare per potersi definire vivi; quello è solo un modo per comunicare agli altri che il nostro corpo non è ancora pronto per la sepoltura ! Non tutte le persone che respirano sono vive. "

"Provenivo da un mondo che dava ascolto alla parte sinistra del cervello. Ero stata cresciuta in base ai criteri della logica e del buon senso, mi era stato insegnato a leggere, a scrivere, a fare di conto, a considerare la causa e l'effetto; ma li era la parte destra del cervello a dettar legge ... "

"Anche la muta dei serpenti è molto istruttiva. Un individuo ha fatto della sua vita un uso ben cattivo se ciò che crede all'età di sette anni è ancora ciò che sente ai trentasette. E' necessario liberarsi delle vecchie idee, delle vecchie abitudini e delle vecchie opinioni, a volte anche dei vecchi compagni. Spesso è molto difficile per un uomo lasciar andare qualcosa che gi appartiene, ma il serpente non è da considerarsi migliore o peggiore solo perchè si libera della vecchia pelle. Compie semplicemente un'azione necessaria. solo liberandosi delle cose vecchie si fa spazio alle nuove, ed è un fatto che il serpente sembra e si sente più giovane quando si libera del suo vecchio bagaglio. Naturalmente non è più giovane, e i miei amici risero di quest'idea perchè ai loro occhi il tener conto degli anni che passano è un'assurdità"

venerdì 7 marzo 2008

E' arrivata!


.. e adesso si che dovrei partire ..

La sindrome dello scolaro ..

La sindrome dello scolaro comincia a maturare da piccoli, quando la maestra con i suoi giudizi inizia a distinguere fra buoni e cattivi.


Da allora e per molti anni, nella nostra ci sarà sempre qualcuno che ci valuta: intelligenza, applicazione, comportamento, capacità di interrelazionale. Dalle scuole medie alle superiori, dall'università al posto di lavoro. A fine anno arrivano sempre le pagelle: per ogni cosa ci viene insegnato ad aspettarci un voto, che ci dirà chi siamo, come ci collochiamo nella comunità e fin dove possiamo arrivare. Stiamo facendo bene, o no?

Poco a poco perdiamo la capacità di giudicarci e diventiamo sempre più dipendenti da quei giudizi.

Alla fine, chi più chi meno, ci si adagia, ci si abitua, ci si affeziona ad un modello in cui qualcuno si prende la briga di valutare per noi, perchè in fondo giudicare è uno sforzo intellettuale che richiede capacità critica e sensibilità. E altissimo rischio di sbagliare. Meglio che lo faccia qualcun'altro, meglio aspettare che arrivino le pagelle ...

sabato 1 marzo 2008

Gli hotel più sporchi del mondo ..

La prima volta che entrando in un hotel ho pensato che fosse veramente troppo, troppo brutto per rimanerci è stato qui:

http://www.whitehousehotelofny.com/

340 Bowery Street, Manhattan, a due passi da Washington Square.
Le stanze doppie sono cubicoli di 3 metri per 3 metri, con pareti di cartongesso alte due metri e quindi comunicanti fra loro (e con i vicini bagni, a loro volta aperti stile campeggio).



Probabilmente c'era da aspettarselo, spendendo 36€ in due nel centro di New York ..

Quando ho trovato la lista dei 10 hotels più sporchi degli Stati Uniti (http://www.tripadvisor.com/DirtyHotels?nl=MU&pid=831) ero sicuro di trovarlo come capofila della lista ... e invece no !!

Adesso sono curioso di vedere com'è questo Hotel Carter ..