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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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sabato 29 novembre 2008

Pripiat...

... ovvero uno dei tanti tristi pezzi di storia recente che rischiamo di dimenticare, ma che ogni tanto riaffiorano grazie a un libro o una foto che capitano fra le mani. E la curiosità fa il resto..

venerdì 28 novembre 2008

La bellezza

Ancor più della bellezza, era il suo fascino a colpirmi. Lo sentii in tutto il corpo, come una corrente elettrica. A volte succede per strada. Si incrocia lo sguardo di una donna e ci volta con la speranza di incrociarlo di nuovo. Senza neanche chiedersi se quella donna è bella, com'è fatto il suo corpo, quanti anni ha. Solo per quello che passa attraverso lo sguardo in quell'istante: un sogno, un'attesa, un desiderio. Tutta una vita possibile.

Jean-Claude Izzo

giovedì 27 novembre 2008

Mete

Se a un uomo venisse concessa la possibilità di un unico sguardo sul mondo, è Istanbul che dovrebbe guardare.

Alphonse De Lamartine


mercoledì 26 novembre 2008

Pescare

Ogni giorno sentivo la necessità di allontanarmi per un pò dagli esseri umani. Rigenerarmi nel silenzio. Pescare era secondario. Solo un omaggio da rendere a questa immensità. Lontano, al largo, imparavo di nuovo l'umiltà. E tornavo a terra sempre pieno di bontà per gli uomini.

Jean-Claude Izzo

lunedì 24 novembre 2008

Piccolo mondo

Quella mattina di fine novembre, con il sole che creava una trama di ombre fredde sulla banchina della stazione, si rese conto che per troppo tempo aveva vissuto nel piccolo mondo di relazioni umane che si era creato. Era un territorio facile, che gli garantiva le piccole soddisfazioni necessarie a sentirsi vivo, senza mai obbligarlo al confronto con la realtà in lotta la fuori.
Improvvisamente, come il viaggiatore che esce da un lunga galleria e vede la luce dura illuminare le cose, sentì di avere la forza ed il tempo per quel confronto. E soprattutto la voglia. E la necessità.

martedì 18 novembre 2008

Chi

Chi ama la vita, adora gli incontri. Incontri casuali, improbabili, veloci, sorprendenti. Quando l'altra persona se ne va o semplicemente sparisce dalla vista - perché in un certo senso gli incontri che ti lasciano di più sono proprio quelli che non hanno un seguito - ti rimane quella sensazione che il mondo sia prima di tutto un posto interessante e ricco di opportunità di sorprendersi, per chi ne abbia voglia. Incontri che finiscono nel nulla ma che nulla pretendono, persone che senza rendersene conto significano qualcosa nella nostra vita.

Un volo cancellato ed ecco nascere una piccola avventura da condividere con due compagni improvvisati. Dionisis, giovane manager della moda che rimpiange Milano e si dibatte nella piccola Firenze. Manuel, ragazzo simpatico che non riesce a togliersi dosso l'immagine di ingegnere informatico impacciato e fuori luogo. Due persone decisamente su un altro pianeta, due incontri piacevoli di quelli - pensavo io - senza un seguito. Fino a che Dionisis non estrae il portatile, si connette e mi aggrega a Facebook. Sembra proprio che mi toccherà cercare di fargli cambiare idea su Firenze..

sabato 15 novembre 2008

Come Jean-Baptiste

Dopo diverso tempo passato dietro a faticosi libri in lingua originale e complicati saggi di management, è un piacevole romanzo poliziesco ambientato a Parigi la mia lettura degli ultimi giorni. Il protagonista, il commissario Jean-Baptiste Adamsberg, è un personaggio sfuggente di cui dicono "...se fosse stato una donna avrebbe potuto amare Adamsberg e disperarsi di trovarlo inafferrabile. Ma era il classico tipo che forse era meglio non avvicinare. Oppure bisognava imparare contemporaneamente a non disperarsi di non riuscire ad afferrarlo."

Oggi mi trascino il commissario per aeroporti e stazioni - i luoghi al mondo dove mi sento più a mi agio in assoluto, perchè qui la gente esce dal proprio guscio, si mette in gioco e se ne ha il coraggio fa incontri interessanti - e pensandoci mi sento un po come lui, inafferrabile e, in fondo, forse da non avvicinare. Non che mi consideri una persona eccezzionale ne eccessivamente sicura di sé, come mi è stato detto in passato. E neppure è un atteggiamento da ostentare - credo, ma qualcuno potrebbe non esser d'accordo e quindi parliamone- ma semplicemente questo è sempre stato il mio modo di attraversare la vita. Osservatore discreto, caparbiamente curioso, libero per natura. Inafferrabile forse, ma non per scelta, per necessità..

domenica 9 novembre 2008

Momenti

Quando ti succede qualcosa di doloroso ed imprevisto la cosa più difficile è accettare che sia successo veramente.
Nei momenti di debolezza vorresti chiamare le persone o La Persona e chieder loro che per favore ti ripetano che è successo davvero. Come un'onda che poco a poco si ritira e lascia dietro di se il ricordo sbiadito dell'acqua che è passata, la consapevolezza dell'accaduto poco a poco si indebolisce dentro di te, fino a dubitare perfino che sia successo veramente. Allora è quando hai bisogno di una nuova conferma, di qualcuno che guardandoti negli occhi e mettendoti una mano sulla spalla ti dica che si, caro Daniele, le cose stanno proprio così e stavolta non c'è niente che tu possa fare per cambiarle, ma solo accettare che la vita va avanti e che per quanto adesso sia difficile da pensare, i problemi sono altri e le gioie future tante.

sabato 8 novembre 2008

Casa nuova.. e di questi tempi non è affatto poco.

Vorrei rinnovarla invitandovi tutti a prendere un tè, magari un sabato pomeriggio quando il sole scalduccia la veranda e la città scorre oltre il cancello di ferro, ma visto che per molti di voi sarà obiettivamente dura, mi piace l'idea di condividere un'immagine...


..e di questi tempi non è affatto poco.

sabato 1 novembre 2008

Oda al camino

Ogni tanto mi chiedono, mi chiedo da cosa nasca l'amore per il viaggiare. Ogni tanto trovo una traccia per arrivare alla risposta.

En el invierno azul
con mi caballo
al paso al paso
sin saber
recorro
la curva del planeta,
las arenas
bordadas
por una cinta mágica
de espuma,
caminos
resguardados
por acacios, por boldos
polvorientos,
lomas, cerros hostiles,
matorrales
envueltos
por el nombre del invierno.

Ay viajero!
No vas y no regresas:
eres
en los caminos,
existes
en la niebla.

Viajero
dirigido
no a un punto, no a una cita,
sino sólo
al aroma
de la tierra,
sino sólo al invierno
en los caminos.

Por eso
lentamente
voy
cruzando el silencio
y parece
que nadie
me acompaña.

No es cierto.

Las soledades cierran
sus ojos
y sus bocas
sólo
al transitorio, al fugaz, al dormido.
Yo voy despierto.
Y
como
una nave en el mar
abre
las aguas
y seres invisibles
acuden y se apartan,
así,
detrás del aire,
se mueven
y reúnen
las invisibles vidas
de la tierra, las hojas
suspiran en la niebla,
el viento
oculta
su desdichado rostro
y llora
sobre
la punta de los pinos.
Llueve,
y cada gota cae
sobre una pequeñita
vasija de la tierra:
hay una copa de cristal que espera
cada gota de lluvia.

Andar alguna vez
sólo
por eso! Vivir
la temblorosa
pulsación del camino
con las respiraciones sumergidas
del campo en el invierno:
caminar para ser, sin otro
rumbo
que la propia vida,
y como, junto al árbol,
la multitud
del viento,
trajo zarzas, semillas,
lianas, enredaderas,
así, junto a tus pasos,
va creciendo la tierra.

Ah viajero,
no es niebla,
ni silencio,
ni muerte,
lo que viaja contigo,
sino
tú mismo con tus muchas vidas.

Así es cómo, a caballo,
cruzando
colinas y praderas,
en invierno,
una vez más me equivoqué:
creía
caminar por los caminos:
no era verdad,
porque
a través de mi alma
fui viajero
y regresé
cuando no tuve
ya secretos
para la tierra
y ella
los repetía con su idioma.

En cada hoja está mi nombre escrito.

La piedra es mi familia.

De una manera o de otra
hablamos o callamos
con la tierra.

Oda al camino, Pablo Neruda

Raccogliere

Mi piacerebbe fare una raccolta di tutte le parole che ho scritto in quest'ultimo periodo, quando in ogni momento mi annotavo sensazioni e pensieri che mi accompagnavano. E' stata un'epoca dura ma creativa, prodiga di riflessioni e gravida di venti di cambiamento ed i venti forti si sa, dopo aver soffiato a lungo, lasciano il cielo limpido.

Mi piacerebbe raccoglierle tutte insieme, queste parole, per dar loro dignità e compattezza e finalmente metterle da parte, ora che il cielo è tornato sereno, ma senza perderle troppo di vista perché un giorno potranno ritornare utili. E' vero che oramai sono passato, ma sono pur sempre complici della serenità presente e questa mi sembra una buona ragione per non perderle nell'oblio a cui è naturalmente destinata ogni epoca di inquietudine.