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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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giovedì 29 ottobre 2009

Le loro storie

Romeo arriva all'appuntamento con dieci minuti di ritardo, quando gli altri stanno già facendo capannelli per prendere i panini con le frittate. Anna come sempre se ne sta in disparte, ripetendo a voce alta che lei non ha bisogno di niente, che ha già mangiato e che gli altri sembrano delle bestie. Poi però quando non si sente osservata si avvicina sorniona ad uno dei volontari e chiede se per favore può avere qualcosa. Lo sussurra, ma niente passa inosservato e tutti hanno qualche storia da raccontare sugli altri: chi faceva la prostituta, chi è pazzo, chi ha il giubbotto foderato di soldi. Adesso Romeo ha iniziato a urlare che lui lei non la sopporta, chi si crede di essere la signora Anna per dire che lui non capisce niente? Al suo paese lui ha studiato, prima di venire in Italia, mentre lei sicuramente non sa nemmeno dove sia il Camerun. Lì vicino Fabio continua a dire che ha fretta, che lui non può aspettare insieme agli altri, perché l'ultimo treno per San Piero parte alle dieci meno venti. Poi però è sempre lì che gira, aspettando il momento dei dolci..

Sono i personaggi del martedì sera e ce ne sarebbero di storie da raccontare su di loro: è la prima cosa che ti viene in mente quando esci con la Ronda. Ti colpiscono questi autentici pezzi di umanità, le loro storie, e le vorresti scrivere per condividerle. Poi però ti rendi conto che in fondo sono loro, queste storie, e per alcuni sono l'unica cosa che hanno.

E scriverle è un pò rubargliele ..

domenica 25 ottobre 2009

Mi vesto d'autunno

domenica 18 ottobre 2009

Quell'inutile splendido giocattolino

A volte capita di dire cose con leggerezza, senza domandarsi cosa succederebbe se capitassero veramente. Per esempio quando vendetti l'adorata moto, dissi 'non comprerò una macchina ancora per molti anni. Ma se proprio lo facessi, sarà una spider'. Appunto.

Sabato quest'inutile splendido giocattolino ha fatto l'apparizione ufficiale e, a dispetto del clima inclemente, mi diverto come un bimbo a scorrazzare con la capote abbassata.

Non so se quando lo dicevo mi ci vedevo veramente su una spider. Ma adesso mi ci vedo ... e spesso.

mercoledì 14 ottobre 2009

Sesta regola

Non pretendere che gli altri facciano quello che faresti tu.

martedì 13 ottobre 2009

Quinta regola

Non tacere le cose che si dovrebbero dire.

lunedì 12 ottobre 2009

cosa mi porto a casa

Scena finale.
Solito palcoscenico.
Stesse facce.
I Pink Floyd dal fondo cantano Southampton dock.




Francesco mi chiede: 'e tu cosa ti porti a casa?'.
Avrei avuto mille cose da dire oltre quelle che mi sono venute in mente sul momento.
Soprattutto due sensazioni fortissime: l'odore del palcoscenico ed il calore delle mani di lei.
Questo mi porto a casa!

Quarta regola

Risolvere i propri problemi da soli, non scaricarli sugli altri.

venerdì 9 ottobre 2009

Programmi per il fine settimana

Io, Alfano e ...

Lunedì all'ora di pranzo Paolo mi chiede: 'hai visto su Internet se ci sono novità sul lodo Alfano?'. Io automaticamente dico 'no, non ce l'ho fatta, è stata una mattinata intensa'. Che è la pura verità. Ma poi ci penso e mi rendo conto che neanche più mi ricordo chi era questo Alfano e cosa voleva.

È passato veramente tanto tempo dagli anni del collettivo, delle manifestazioni in giro per l'Italia, della marcia per la pace Perugia-Assisi e della convinzione di poter cambiare il paese. Dai tempi insomma della passione politica.

Ma perché?

Questa è una bella domanda e una parte della risposta mi viene in mente leggendo l'articolo di Ezio Mauro su la Repubblica di oggi. Chissà se lui si rende conto, mentre le scrive, che frasi come 'In realtà il Premier soffre il suo indebolimento progressivo' sono le stesse che si ripetono da almeno dieci anni. Sono la solita, vecchia e sbagliata profezia che tutta la sinistra italiana (me compreso, anche se non scrivo su la Repubblica) fa su Berlusconi. Che invece intanto continua a stare lì, perché la gente continua a vedere il lui un modello affidabile. E allora perché dobbiamo continuare a scrivere (e a leggere) profezie sbagliate? Forse perché pensiamo che a forza di ripeterle un giorno diventeranno realtà? Se sarà così, e speriamo che accada, non sarà certo grazie agli articoli di una serie di intellettuali di sinistra che, forse senza accorgersene, sono finiti per sviluppare la capacità di persuadere solo quelli che già la pensano come loro.

Vabbè, sono finito fuori tema... scusate..

giovedì 8 ottobre 2009

Terza regola

Non limitarti ad ascoltare quello che vuoi sentire.

martedì 6 ottobre 2009

Seconda regola

Non dire ciò che non si pensa.

sabato 3 ottobre 2009

Prima regola

Non ingannare sé stessi.

giovedì 1 ottobre 2009

...

Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Escribir, por ejemplo : 'La noche está estrellada,
y tiritan, azules, los astros, a lo lejos'.
El viento de la noche gira en el cielo y canta.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Yo la quise, y a veces ella también me quiso.
En las noches como ésta la tuve entre mis brazos.
La besé tantas veces bajo el cielo infinito.
Ella me quiso, a veces yo también la quería.
Cómo no haber amado sus grandes ojos fijos.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Pensar que no la tengo. Sentir que la he perdido.
Oir la noche immensa, más inmensa sin ella.
Y el verso cae al alma como al pasto el rocío.
Qué importa que mi amor no pudiera guardarla.
La noche está estrellada y ella no está conmigo.
Eso es todo. A lo lejos alguien canta. A lo lejos.
Mi alma no se contenta con haberla perdido.
Como para acercarla mi mirada la busca.
Mi corazón la busca, y ella no está conmigo.
La misma noche que hace blanquear los mismos arboles.
Nosotros, los de entonces, ya no somos los mismos.
Ya no la quiero, es cierto pero cuánto la quise.
Mi voz buscaba el viento para tocar su oído.
De otro. Será de otro. Como antes de mis besos.
Su voz, su cuerpo claro. Sus ojos infinitos.
Ya no la quiero, es cierto, pero tal vez la quiero.
Es tan corto al amor, y es tan largo el olvido.
Porque en noches como ésta la tuve entre mis brazos,
mi alma no se contenta con haberla perdido.
Aunque ésta sea el último dolor que ella me causa,
y éstos sean los últimos versos que yo le escribo.
Pablo Neruda