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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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martedì 28 aprile 2009

Eppure c'è qualcosa che...

Questi due giorni ad Amsterdam sono stati un diversivo inaspettato, una divertente conquista dell'ultimo minuto: biglietto, valigia, guida e via. Semplice, come la vita. Intenso, come godersela.

Qua le strade hanno colori scuri e intensi, un alone di grigio compatto. Case di mattoni vinaccia, tetti di ardesia, asfalto scuro marcato dalle rotaie dei tram. Dal susseguirsi dei caffè con terrazze coperte si intuisce un tempo inclemente, che frena gli slanci ed inspira l'atteggiamento compassato cosi tipico della gente del nord europa. Ma quando poi come oggi il sole splende e riscalda l'aria, viene accolto ed apprezzato con una naturalezza sconosciuta a chi per abitudine lo da un pò per scontato. E nasce un rapporto immediato fra le persone, la città ed i suoi canali. Sole, acqua, uomo.

Dopo uno splendido sabato, il secondo giorno invece la pioggia mi costringe negli spazi chiusi. Bevo caffè e mi dedico alle due attività tipiche dei viaggiatori bagnati: guardar passare il mondo e leggere. "...avevo bisogno della tua esistenza. Per andare avanti. Aprire le porte intorno a me. Vivevo nel chiuso. Per pigrizia. Ci si accontenta sempre più facilmente. Un giorno, ci si accontenta di tutto. E si crede di aver trovato la felicità. "

Finisco il libro in questo caffè straniero. Fuori continua a piovere ed è bello vedere il mondo passare. Sono felice. Eppure c'è qualcosa che mi manca.

sabato 25 aprile 2009

Geografia personale

A scuola la geografia era la materia che mi piaceva meno: tutti quei nomi e quei numeri li trovavo noiosi e lontani. Inutili. E questo è un buon esempio di come il tempo riesca a cambiarci.

Da allora poco a poco ho iniziato a mettere in ordine quei nomi e dar loro un significato sempre più personale, fino a costruire una mia propria geografia, una mappa fatta di luoghi visitati o anche solo immaginati, ma tutti legati a uno stato d'animo, un ricordo, una persona o una fase della vita. Al di là della latitidine o della lingua. E così Firenze, Valencia, Prato, New York, Buenos Aires, Barcellona, Napoli, Karlsruhe, Madrid, Lockhart, Bologna, Tunisi, Ushuaia, Marrakesh, Houston, Istanbul, Marsiglia, Calcutta, Londra, Pamplona, Praga, Bruxelles, Luckenback, Formentera, San Francisco, San Diego, Bangkok, Bergen, Berlino, Darwin, Lione sono finiti per essere puntini della mappa che esiste solo per me.
Oggi è la terza volta che vengo immagino di venire ad Amsterdam, una città che rientra nelle categorie 'persone' e 'fasi della vita'. Ed è un altro evidente esempio di come le cose cambiano con il tempo e di come è giusto che sia così.

Una nuova Amsterdam in una mappa in continua evoluzione.

sabato 18 aprile 2009

Bianco, nero e ...

martedì 14 aprile 2009

Presa..

..la guida di Cuba. Ora la incarto insieme al biglietto e me la regalo.

venerdì 10 aprile 2009

Da Giorgio

Quando entri da Giorgio il tempo rallenta ed inizia scorrere ad una velocità sempre costante, ma più lenta. Arrivi la mattina per lasciare nelle sue mani il fedele ronzino che ha bisogno di cure e Giorgio ti sorride con un'aria rilassata, come se ti stesse aspettando da ore. Tu ti stai ancora svegliando mentre ti affanni a spiegargli quali sono i problemi che fanno ansimare il ronzino e lui ti sorride imperturbabile. Forse ha dormito li, pensi.

La sera ripassi dopo lavoro, a vedere il miracolo della cura di Giorgio, che è un pò l'apoteosi della manualità che surclassa la moderna teoria del computer e delle connettività esasperata. Ovvero, tu oggi sei stato davanti a uno schermo per ore, hai fatto riunioni e parlato al telefono con mezzo mondo, per concludere praticamente niente, al massimo hai sistemato qualche piccolo dettaglio di qualche immenso progetto di cui immensamente te ne freghi. Lui invece ha sbuzzato il ronzino e tirato fuori una serie di pezzi di ferro e plastica colorata, che neanche sapevi di star cavalcando. Forme e colori delle più varie che si mettono d'accordo al solo fine di darti un mezzo di trasporto. E poi ha rimesso tutto dentro, fino all'ultima vite, lasciando in vista i vecchi pezzi sostituiti per dimostrarti che il miracolo si è realizzato di nuovo.
Ma dicevo del tempo.

Alla fine della giornata il tuo orologio mentale è ancora sincronizzato sul ritmo lavorativo: chiedi, ascolti, pensi e rispondi a velocità altissima. Ma lui no. Se vuoi sentire cosa ha da dire, devi aspettare, rispettare il suo ritmo, che poi è lo stesso della mattina. Allora, dentro l'officina in perenne penombra, ti zittisci e lo solletichi con poche domande e parecchio silenzio. Giorgio ha i suoi tempi e sono sicuro che sia così ormai da anni. Ci vuol pazienza, ma è uno dei migliori meccanici di moto che esistano. E ovviamente non si chiama Giorgio, non so come si chiami, ma ha il sorriso benevolo tipico di chi si chiama Giorgio.

giovedì 2 aprile 2009

Scusa ma ...

- Scusa ma tu quanti anni hai?
- Cosa ti devo dire, la risposta che ti aspetti tu o quella che vorrei darti io?
- La tua
- Mi fa incazzare chi fa questa domanda, è solo una scorciatoia per incasellare più velocemente le persone che incontriamo: quanti anni hai? di dove sei? che lavoro fai ? ZAC!
- Bella risposta. E l'altra?
- Dieci anni più di te
...