A scuola la geografia era la materia che mi piaceva meno: tutti quei nomi e quei numeri li trovavo noiosi e lontani. Inutili. E questo è un buon esempio di come il tempo riesca a cambiarci.
Da allora poco a poco ho iniziato a mettere in ordine quei nomi e dar loro un significato sempre più personale, fino a costruire una mia propria geografia, una mappa fatta di luoghi visitati o anche solo immaginati, ma tutti legati a uno stato d'animo, un ricordo, una persona o una fase della vita. Al di là della latitidine o della lingua. E così Firenze, Valencia, Prato, New York, Buenos Aires, Barcellona, Napoli, Karlsruhe, Madrid, Lockhart, Bologna, Tunisi, Ushuaia, Marrakesh, Houston, Istanbul, Marsiglia, Calcutta, Londra, Pamplona, Praga, Bruxelles, Luckenback, Formentera, San Francisco, San Diego, Bangkok, Bergen, Berlino, Darwin, Lione sono finiti per essere puntini della mappa che esiste solo per me.
Oggi è la terza volta che vengo immagino di venire ad Amsterdam, una città che rientra nelle categorie 'persone' e 'fasi della vita'. Ed è un altro evidente esempio di come le cose cambiano con il tempo e di come è giusto che sia così.
Una nuova Amsterdam in una mappa in continua evoluzione.
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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina
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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina
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sabato 25 aprile 2009
Geografia personale
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1 commento:
ho avuto un'esperienza simile, ma il mio rapporto con la geografia e' cambiato soprattutto grazie a uno straordinario professore all'universita'
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