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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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martedì 1 aprile 2008

La piccola rete sociale

Ore 12:20. Ho appena visto l'ennesimo appartamento, Park at Westcreek, carino ma forse un pò troppo tranquillo. Adesso la pausa pranzo è finita e devo rientrare in ufficio, ho una riunione alle 13; così decido di passare da Antone's a prendere uno di quei panini con tonno e insalata che mi fanno sentire a casa.
Antone's è un piccolo ristorante vicino al primo hotel dove sono stato ed è proprio a fianco allo Starbuck's del quartiere, quello immortalato nella foto. Ha uno stile anni ottanta, con tavolini e sedie in alluminio ed un grosso specchio lungo tutta la parete di destra. Sulla sinistra c'è un piccolo frigorifero, di quelli aperti che si vedono al supermercato, e poi il bancone, al di sopra del quale è appeso il menù: insalate, panini ed altre specialità sorprendentemente mediterranee, come olive ed hummus.
All'ora di pranzo c'è un via vai di gente che pranza ai tavolini anni ottanta o compra dei panini da portare via; quando entro mi avvicino al frigo, ne prendo uno al tonno, e vado alla cassa a pagare. Il ragazzo mi saluta e mi chiede come va: bene - gli dico - sto cercando un appartamento. Lui mi sorride e mi mette in guardia che in questa zona sono piuttosto cari. Poi mi convince a rimettere il panino nel frigo e farmene fare uno sul momento, personalizzato. Mentre pago gli chiedo com'è andato il weekend e con un pò di tristezza nella voce mi risponde che ha lavorato sia sabato che domenica. Quindi mi fa il resto e mi saluta - "a presto!".
So che non lo dice per dire. Questo ragazzo è una delle persone che formano la mia piccola rete sociale qui a Houston, insieme alla ragazza dell'Honduras che lavora in hotel e il quarantenne coi capelli a fungo seduto nell'ufficio vicino al mio. Con lui ci siamo conosciuti il primo weekend in cui ero qui, un pomeriggio in cui cercavo un posto non troppo americano per mangiare qualcosa. Gli devono aver ispirato simpatia il mio menù (insalata e hummus), l'accento o forse la Moleskine su cui prendevo appunti. Fatto sta che mi ha raccontato qualcosa di lui, io gli ho raccontato qualcosa di me ed ogni volta che ci vediamo ci salutiamo con simpatia. Mi ricordo la prima volta che ci sono andato vestito da ufficio: per come mi ha guardato gli dev'essergli sembrato strano, chissà che cosa pensava che facessi in questa città.
Anche a me resta simpatico, una persona curiosa ed aperta, ed anche se non so come si chiama, forma parte della mia piccola rete sociale.

Ogni volta che torno da Antone's, rifletto su come cambiamo quando siamo fuori dal nostro habitat - diventiamo più ricettivi ed apprezziamo maggiormente le persone - e penso con un pò di tristezza a tutte le persone che ho incontrato negli ultimi mesi e che sono scivolate via senza riuscissimo a stabilire un contatto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Daniele ha detto...

Io veramente non volevo dare quest'impressione, mi dispiace. Al contrario queste situazioni mi sembrano simpatiche, nonché un bello stimolo ad apprezzare i piccoli gesti che normalmente abbiamo troppa fretta per vedere ...

my new york ha detto...

mi smebra di rivederme...non so la situazione a Houston ma a new York cercare una casa è drammatico e una delle prime cose che notai è che tutti ti salutano e sorridono, magari per 5 minuti però va bene così...

Daniele ha detto...

Si, c'è una percezione diversa dell'altro, almeno superficialmente molto più aperta ..