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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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venerdì 29 agosto 2008

La statistica

Avete mai pensato a quanto è statisticamente improbabile nascere esattamente nel luogo in cui si vuole vivere?

Il concetto di "sentirsi a casa" trascende i confini spaziali, è piuttosto una questione di emozioni che condividiamo con certe persone. A volte capita di sentirsi molto più in sintonia con qualcuno a cui magari è capitato di vivere dall'altra parte del mondo ma vibra per le nostre stesse inquietudini, insegue la nostra stessa chimera. Allora condividere anche solo un pò di tempo ci fa sentire terribilmente a casa, al sicuro, protetti da tutto quello che c'è la fuori.

Ed allora, in fondo al mondo ci un sacco di posti, come si fa a pensare di nascere proprio nel luogo più adatto a noi? Qualcuno magari ha avuto questa fortuna, molti altri semplicemente si sforzano di convincersi che sia così, come avere in mano un biglietto della lotteria e non voler controllare i risultati per non dover smettere di pensare di aver vinto.

Fino a qualche tempo fa, ero deciso a viaggiare il più possibile, per poi decidere dove vivere. Pensavo alla statistica ed ero convinto che più posti si vedono, più probabilità si hanno di trovare quello giusto. Un pensiero un pò radicale, lo ammetto, e difficile da sostenere alla lunga. Oggi mi rendo conto che l'influenza della società che mi circonda l'ha un pò affievolito ma come mi diceva oggi una persona di quelle che mi fanno sentire a casa: "si può stare un pò tranquilli, poi l'inquietudine sale e inizia il pensiero fisso. E' curiosità, bisogno di mettersi in gioco..."

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh oh...
Avrei un sacco di cose da commentare al riguardo ma adesso dovrei iniziare a lavorare.
Adesso raccolgo un po' le idee e poi continuo da casa con più comodo.

---Alex

nonsisamai ha detto...

secondo me c'e' sempre un compromesso da fare. non e' mai cosi' semplice: trovare un posto che ci piace e poterci rimanere. ma certo si puo' e si deve cercare di arrivare il piu' possibile vicini ai propri desideri.
personalmente, credo che a milano alla lunga sarei stata infelice. la posso anche amare la mia citta', ma non va bene per me per il mio temperamento. nemmeno dallas sulla carta sarebbe magari il posto ideale, ma nella realta' e' l'unica citta' che mi ha davvero conquistato e per edesso non penso proprio di lasciarla.

Emigrante ha detto...

"Avete mai pensato a quanto è statisticamente improbabile nascere esattamente nel luogo in cui si vuole vivere?"
Sì, e personalmente l'ho anche valutato einstaniamente, tenendo conto del tempo. Ovvero l'improbabilità statistica di vivere nel momento e nel luogo in cui si vuole.
Oggi ritengo che mi sarebbe piaciuto vivere a San Francisco 10 anni fa.

Anonimo ha detto...

dancin' fool

sì, è interessante e complicato questo discorso. anch'io pensavo come te, che si dovesse viaggiare e vedere il più possibile per trovare la propria "casa"... poi non so se è stato crescere (o invecchiare ;) e mi sono resa conto che "casa" è davvero dove ti "innamori", di un posto ma soprattutto delle/a persona che ci vivono. e d'improvviso ti sembra il posto perfetto, l'unico possibile per stare davvero.

io quel posto però non l'ho ancora trovato. ho girato come una trottola impazzita e ora cerco di ragionare ma non vedo ancora nulla all'orizzonte ;)