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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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martedì 17 agosto 2010

Il mare

Mi affaccio dal parapetto di questo traghetto che assomiglia un pò ad una nave della speranza e vedo il mare scuro che subito si richiude dietro di noi. Da poppa osservo la scia chiara delle onde che seguono la nave volgersi in un blu profondo e cupo. Cosa resta già solo pochi minuti dopo il nostro passaggio? Calma, oscurità, paura. Verso prua la musica e le luci allietano i passeggeri, trasformano il ponte in palcoscenico ed il viaggio diventa subito allegria. Ma io mi chiedo come debba essere guardare il buio del mare per chi naviga sulle navi militari durante la guerra, quando l'oscurità che si muove rappresenta l'incertezza del ritorno a casa ed anticipa ogni pericolo. E come debba essere per chi attraversa l'oceano in tempesta per vivere, avanti ed indietro senza allegria e senza novità. Il mare buio subito si richiude anche dietro a quelle navi, penso, senza musica, senza luci, senza la leggerezza del traghetto..

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