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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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mercoledì 16 aprile 2008

Cronache dall'India..

Che ufficio silenzioso è questo. Abituato com'ero a quello di Firenze, dove la gente parlava a telefono in vivavoce anche quando era sola, qui mi sento un pò in biblioteca e quasi noto il rumore della dita sulle tastiere.. ogni tanto si leva una voce al di la della parete che divide il mio cubical da quelli dei miei vicini. Molti di loro appartengono ad altri gruppi, per cui non sono bene chi siano: posso indovinare che lavoro fanno dalle conversazioni che sento, ma la vera differenza fra loro è l'accento con cui parlano inglese.

Finora avevo identificato il texano di Giovanni e lo spanglish di Giorgio. Stamani è squillato un telefono ed improvvisamente tre o quattro indiani hanno cominciato a discutere da non-so-dove nel loro inglese inconfondibile .. non ho capito bene di che cosa parlassero, però sentendoli nel silenzio dell'ufficio, con il rumore delle tastiere crepitanti in sottofondo, mi è sembrato di tornare in India..


3 commenti:

Anonimo ha detto...

che bello, un po' di varietà. da me parlano, più o meno, tutti uguale. tranne khomeini chiaro...

Elisen ha detto...

a me l'accento indiano inglese mi fa impazzire, non si iersce a stargli dietro per quanto sono veloci!

Daniele ha detto...

E' un ufficio piuttosto vario .. l'altra sera a cena c'era un pò di tutto: un palestinese, un pakistano, tre del Costa Rica, 4 indiani, una messicana e una manciata di ammericani. E un italiano, dimenticavo ..
Gli indiani sono decisamente i più buffi !