Se ogni paese fosse uno scenario, gli USA sarebbero una scenografia hollywoodiana, di quelle con la facciata di cartone dipinta e la struttura di legno dietro, mentre l’Italia sarebbe forse un teatro con un piccolo palcoscenico e una serie impressionate di meccanismi dietro.
Oggi, mentre ero imbottigliato nel traffico ascoltavo un programma della Radio Pubblica di Houston, KUHF, sui finanziamenti pubblici ai candidati presidenziali americani. Esiste una negli USA una commissione chiamata Federal Election Commision, FEC, che gestisce i finanziamenti pubblici ai candidati alla presidenza, per sostenere “valide spese durante la campagna elettorale”. Si parla cifre considerevoli, 84 milioni di dollari per la campagna 2008. Questa commissione è formata da 6 membri che hanno il compito di analizzare le richieste che pervengono dai presunti candidati e stabilire se sono accettabili o meno, con un minimo di 4 voti a favore. Purtroppo attualmente i membri in carica sono solo 2, quindi è tecnicamente impossibile per qualsiasi dei tre candidati rimasti in corsa accedere ai finanziamenti, se non ricorrendo a un tribunale. Se il senato non riuscirà ad approvare velocemente le nomine dei nuovi commissari, c'è la possibilità che si arrivi alle elezioni di Novembre in questa situazione. Il commento di uno degli esperti intervistati è stato: “Se un altro paese stesse affrontando una campagna elettorale ed avesse smobilitato l’agenzia deputata a vigilare sugli aspetti finanziari delle elezioni, noi lo chiameremmo una repubblica delle banane”. Ben detto – ho pensato e mi son chiesto quante altre storie come questa ci siano dietro questa grossa facciata cartonata con su scritto “democrazia americana” ..
La mente vaga nel traffico bloccato ed approda in Italia, un paese in cui la scena politica è allegra come una borraccia bucata nel deserto del sale. Eppure negli ultimi giorni ho letto tantissimi post di persone che nella politica ancora ci credono e, nonostante quello che siamo costretti a sentire tutti i giorni, sperano che queste elezioni possano davvero segnare una svolta per il paese. Magari sono iscritti a qualche partito o magari no, ma sicuramente sono persone per cui la politica è fatta di principi. Insomma, al di là di un palcoscenico dove recitano attori veramente miseri, un sacco di meccanismi funzionano ancora..
Poi le macchine davanti a me si muovono e mi devo affrettare per superare il semaforo all'incrocio con Westheimer.. mi soffermo ancora un attimo su questa metafora ma solo un attimo, perchè mi devo concentrare sul flusso di auto: a quest'ora del pomeriggio il traffico è impazzito e questo è uno dei punti più duri da superare. E poi alla fine i paesi son paesi ed gli scenari son scenari e così sia ..
(dimenticavo, questo è il link all'articolo: http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=89538146&sourceCode=RSS)
Nessun commento:
Posta un commento