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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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mercoledì 31 dicembre 2008

Hoşça kal 2008

Un anno che finisce porta in archivio tutta una serie di esperienze, persone e sensazioni ed allo stesso tempo preannuncia una nuova epoca di incontri e sorprese, per chi abbia ancora voglia di farsi sorprendere. Lasciamoci allora affascinare dai cicli della vita, congedandoci da questo 2008 che è stato, a suo modo, indimenticabile...

Hoşça kal 2008!!
Arrivederci 2008!!

sabato 27 dicembre 2008

Primo giorno in città

Iniziamo con una colazione turca: stesso ristorante dello stesso hotel, stessa impressione della sera precedente.

Prima tappa della giornata, la Sultanahmet classica: Aya Sofya e moschea blu. Tantissime foto nella prima, un pò di sincera emozione nella seconda; entrare in una moschea è come essere invitati a casa di qualcuno che si conosce ancora poco, solo che questo qualcuno è tutto un mondo.

Pranzo a base di kebap, nel posto sbagliato perché i nomi qui sono veramente tutti simili. In seguito scopriremo che a fianco del ristorante originale, pluri-citato sulle guide turistiche, sono spuntati nel tempo tutta una serie di emulatori con i nomi ingannevolmente simili. Evidente esempio delle tattiche di guerriglia commercio-turistica assai frequenti a Istanbul.
Per digerire ricominciamo a camminare, scendendo fino al mar di Marmara e percorrendo tutte le mura del palazzo Topkapi fino alla stazione ed al ponte di Galata, che ci accoglie con una distesa ordinata di lenze ed il profumo dei panini al pesce. Lo attraversiamo, ma solo per il tempo di gettare un' occhiata fugace alla Istanbul moderna, dove realmente le facce sembrano diverse.

Fermano Dario per chiedergli da accendere, per poi dirgli "scusami, pensavo fossi turco" una volta accortisi che siamo stranieri.

Tornando a casa passiamo involontariamente dal mercato delle spezie e ci fermiamo a prendere un tè in un posto carino, Hafiz Mustafa Şekerlemeleri, senza sapere che fosse segnalato sulla guida. Quindi per concludere la giornata, cena a base di Köfte, polpette, sulla via principale del quartiere, sovraffollata di turisti. Al ritorno scendiamo sotto Aya Sofya e troviamo un quartiere irreale, fatto di ostelli, locali e negozi di souvenir, che senza turisti in giro turisti assume un'aria spettrale.

Saliamo furtivamente sulla terrazza dell'hotel per due foto notturne.

venerdì 26 dicembre 2008

L'arrivo a İstanbul

Arrivo molto soft, ci accoglie un cartello all'uscita dell'aeroporto che recita pressapoco cosi: "caro Daniele benvenuto a Istanbul". Che dire?

Viaggio veloce fino all'hotel e accoglienza molto cordiale, con Ayse che ci offre un tè e ci consiglia cosa vedere in città; allora saliamo a lasciare gli zaini in camera e partiamo per un giretto perlustrativo di Sultanahmet - giusto per perdersi subito appena arrivati, seguendo il consiglio di una buona guida, secondo la quale "Per comprendere meglio l'atmosfera bianca e nera di Istanbul, che accentua questo senso di tristezza e lo rende inesorabile, quasi fosse un destino comune a tutti gli abitanti, è necessario atterrare qui da una ricca città occidentale e mettersi a girare subito per le strade affollate, oppure andare sul ponte di Galata, che è il cuore di Istanbul, e vedere la folla di persone che vagano qua e la con gli abiti sempre di un colore anonimo, pallidi, grigi, ombrosi" (Orhan Pamuk).

Cena gentilmente offerta dal ristorante dell'hotel con ambiente e clientela molto occidentale e cucina ricercata ("turca moderna", si dice) ma al di sotto delle aspettative. Altra passeggiata prima di andare a letto e per oggi è tutto.

mercoledì 24 dicembre 2008

Un viaggio iniziato tanto tempo fa

Aprile 2003, un autobus scassato dondola lungo la strada fra Marrakech e El Rachidia.
Sono seduto accanto al Duzzo, durante quello è stato probabilmente il più bel viaggio che abbia mai fatto, meravigliosa alchimia di luoghi, incontri e stati d'animo. Dibattiamo sul significato del viaggiare, sulla ricchezza che si condivide e sul legame che si crea fra compagni di viaggio: amici, genitori, fratelli. Ecco, fratelli. Che bello - si diceva - fare un viaggio fra fratelli, chissà che un giorno non si possa davvero realizzare ...

Dicembre 2008, un aereo verso Istanbul scansa le nuvole per portarci a destinazione, a continuare quel viaggio iniziato tanto tempo fa ...




Qualcuno mi disse "tutti i nodi vengono al pettine prima o poi... tu districa i tuoi e vai avanti... sarà la vera vittoria...". Guardami adesso, vado avanti a testa alta, senza vergognarmi del dolore che ogni tanto fa capolino.

Come a teatro

Alla fine dell'ultimo atto sfilano gli attori ed è bello rivedere le facce delle persone che ti sono state vicine.

(Poi si chiude il sipario e non si riaprirà fino alla prossima rappresentazione.)

lunedì 22 dicembre 2008

Stanotte...

...ho dormito male, avevo voglia di vomitare e non sapevo se fosse per quello che avevo mangiato o per le parole che avevo sentito. Capita che le persone ci dicano cose che ci colpiscono così duro che è come se dentro di noi morissero. Per quanto fossero state importanti, spariscono dal nostro universo, insieme ad una parte della nostra vita. Capita, ma non si è mai preparati abbastanza. E quando si è colpiti alla stomaco così duro, viene una gran voglia di vomitare...

martedì 16 dicembre 2008

Carciofi azzurri

"Il fondo della piscina era di un azzurro soffice, a causa delle file di mattonelle che si ripetevano a intervalli precisi. Dieci file bianche ed una azzurra, con regolarità lungo tutta la vasca. Quella sensazione di colore diffuso lo tranquillizzava facendolo sentire, fra una bracciata e l'altra, come su un altro pianeta. La realtà della superficie sfumava nell'azzurro del fondo. E poi quel succedersi di forme geometriche, che si combinavano con il tempo scandito dalla respirazione, lo tranquillizzava. Mentre i polmoni si dilatavano per accogliere più aria possibile, la mente era concentrata sulla fine della corsia, l'orizzonte dello sforzo presente ed allo stesso tempo l'inizio del successivo.
Fu in tutto questo azzurro che realizzò improvvisamente, ed in maniera un pò inappropriata, l'immagine del carciofo, sentendosi in fondo in sintonia col faticoso vegetale. Un guscio duro da aprire con pazienza; un interno tenero che poco a poco si lascia spogliare della sua corazza protettiva. Si sentì carciofo, un carciofo sospeso nell'azzurro che lo circondava."

La alcachofa
de tierno corazón
se vistió de guerrero,
erecta, construyó
una pequeña cúpula,
se mantuvo
impermeable
bajo
sus escamas,
a su lado
los vegetales locos
se encresparon,
se hicieron
zarcillos, espadañas,
bulbos conmovedores,
en el subsuelo
durmió la zanahoria
de bigotes rojos,
la viña
resecó los sarmientos
por donde sube el vino,
la col
se dedicó
a probarse faldas,
el orégano
a perfumar el mundo,
y la dulce
alcachofa
allí en el huerto,
vestida de guerrero,
bruñida
como una granada,
orgullosa,
y un día
una con otra
en grandes cestos
de mimbre, caminó
por el mercado
a realizar su sueño:
la milicia.


En hileras
nunca fue tan marcial
como en la feria,
los hombres
entre las legumbres
con sus camisas blancas
eran
mariscales
de las alcachofas,
las filas apretadas,
las voces de comando,
y la detonación
de una caja que cae,
pero
entonces
viene
María
con su cesto,
escoge
una alcachofa,
no le teme,
la examina, la observa
contra la luz como si fuera un huevo,
la compra,
la confunde
en su bolsa
con un par de zapatos,
con un repollo y una
botella
de vinagre
hasta
que entrando a la cocina
la sumerge en la olla.


Así termina
en paz
esta carrera
del vegetal armado
que se llama alcachofa,
luego
escama por escama
desvestimos
la delicia
y comemos
la pacífica pasta
de su corazón verde.

Pablo Neruda, Oda a la Alcachofa

sabato 6 dicembre 2008

Musica

Mettere le mani nella polvere del passato é il miglior modo per capire il futuro.

Oggi ho iniziato a curiosare fra i cd accumulati sullo scaffale della mia vecchia cameretta. Ormai da tempo ho smesso di avere cd, superati dalla praticità degli mp3 che mi accompagnano tutto il giorno, sul computer e sul telefono, e non potrei tornare indietro. Ma il fascino fisico dei cd rimane intatto, così come l'effetto stratificazione geologica, attraverso la quale ripercorrere tutte le tappe di un'evoluzione musicale. Partendo dalle prime compilation, quelle fatte quando i masterizzatori di cd avevano lo stesso fascino degli eroi del futuro. Poi gli album dei Litfiba da ascoltare prima e dopo i concerti al palazzetto dello sport, Bob Marley e la fase della consapevolezza giovanile. Passando per le colonne sonore di vecchi film - City of Angels, Trainspotting, Million dollar Hotel. Poi la scoperta di Tracy Chapman e Paolo Conte, parole e sogni condivisi ai tempi dell'università, e tutti gli album degli U2. Più tardi l'intramontabile Miles Davis, Charlie Parker e Coltrane, la scoperta del Jazz, per arrivare agli spagnoli - Los Delinquentes, Manolo Garcia, Joaquin Sabina, Antonio Vega - e gli argentini - Fito Paez, Las Pelotas, Jorge Dextler - ricordo del mitico viaggio in cui nacque la passione per quel paese stupendo.
Tutto si rimescola, qualcosa viene irrimediabilmente relegato dietro, qualche album mi si incolla alle mani chiedendomi di portarlo con me e verrà accontentato, in barba agli mp3. Dopo tutto questa è il passato, il miglior modo per capire il futuro..



Ah dimenticavo! La colonna sonora di questo viaggio nel tempo non poteva che essere Miles David ed il suo splendido Kind of Blue. Passato, presente e futuro..

Q

Quello che cerco non l'ho ancora trovato. Ma so cos'è; ed in questo modo sarà senz'altro più facile riconoscerlo quando finalmente mi capiterà di incontrarlo.

(certi libri ci inducono naturalmente alla riflessione. E dico 'inducono' per esser neutrale, ma dovrei dire obbligano o aiutano a seconda degli stati d'animo. Stasera per esempio mi sento aiutato, come dalla voce rassicurante di un vecchio amico).

martedì 2 dicembre 2008

Le persone giuste

Che faticoso essere felici, con tutte le riflessioni che comporta, e che difficile trovare le persone giuste. Perderle invece è un attimo, per la loro stessa natura indipendente.
Durante i miei viaggi mi sono chiesto spesso se le stia veramente cercando, se lo faccia nel modo giusto e se sappia, in fondo, qual’è il modo giusto. Nelle sere di felicità, mi ha assalito il dubbio che la risposta sia no, ma i viaggi sono comunque momenti importanti, in cui ne ho incontrate alcune. Momenti di avvicinamento e perdita, forse troppo veloci e confusi, ma che ti fanno sentire vivo.