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Per essere spiriti liberi, ci vuole una certa disciplina

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domenica 25 luglio 2010

C'è una cosa

Che chi non ha mai vissuto a Firenze non sa. Che non sa chi c'è solamente passato o chi è venuto da turista. Una cosa che forse neanche tanti fiorentini sanno di sapere, ma su cui sicuramente saranno d'accordo quando sarà argomento di conversazione. Una cosa, direi, che inizialmente infastidisce chi viene da fuori, ma che costituisce l'essenza sociale della città ed alla fine affascinerà chiunque si lascerà affascinare.

Che Firenze è una città di dimensioni mondiali con l'anima di piccolo paese, una piccola comunità dove tutti si conoscono e si riconoscono. Un circolo ristretto dove puoi conoscere una persona nuova e scoprire di avere un sacco di cose in comune. Un luogo, fatto di piazze alla moda e locali di culto stagionali, dove spesso vedi facce note, che magari non saluti perché non ricordi chi siano, ma che sei sicuro di aver conosciuto. Dove incontri persone che conosci ma di cui fai finta di non ricordarti, amici di data preistorica, confusi nelle frequentazioni passate e poi mescolatisi fra loro nel grande blob cittadino.

Che Firenze ha la familiarità del paese, una rete dove si entra per nascita o per affiliazione, in cui è facile sentirsi qualcuno, in cui sentirsi protetti e lusingati. È una cosa questa che ci piace parecchio, qui a Firenze.

Poi ogni tanto qualcuno parte e tutti rimaniamo per un attimo con la faccia di chi proprio non se l'aspettava, di chi "ma perché se ne va?", di chi non si pensa capace di tagliare il cordone ombelicale. Di chi, in fondo, pensa che forse da qualche parte c'è di meglio, ma non lo ammetterà mai.

Ma che lo dico a fare? chi ha vissuto qui queste cose le sa già ed agli altri non sarei capace di spiegarlo...

1 commento:

milleasa ha detto...

...confermo. firmato - uno che, forse, non c'è mai stato -